NEWS - Pagina 26 di 29 - Massimo Fantin

Rosso e Nero: Emergenti per tutti e per nessuno.
Non è passato molto tempo da quando ho pubblicato l’articolo “Diversifica et Impera – La forza tranquilla del Fondo Comune” ma credo sia importante riprendere alcuni principi fondamentali nella costruzione dei portafogli per una diversificazione efficiente.
Dopo gli storni primaverili legati alla Grecia, piuttosto che agli storni estivi più violenti legati al rallentamento economico della Cina e a quelli legati agli scandali della Wolksvagen, il mercato oggi presenta delle asset class ritenute interessanti ma difficili da gestire direttamente.
Nell’articolo allegato, Alessandro Fugnoli, strategista di Kairos, ci accompagna in un mondo di opportunità ma molto disomogeneo e molto difficile da approcciare se non assumendo rischi eccessivi.
Sinceramente ritengo che sia fondamentale evitare tutti i rischi che si possono delegare a chi ha le competenze per poterlo fare così da poter vedere con cuore sereno le opportunità.
Se vuoi approfondire leggi l’articolo apparso su Citywire.it il 06 novembre 2015:  Rosso e Nero Emergenti per tutti e per nessuno
13 novembre 2015
Previdenza non significa solo pensione

Che lo vogliamo o no la questione previdenza sarà la questione cruciale per l’assetto socio economico dell’Italia nei prossimi 25 anni; la domanda che si pongono in molti, soprattutto i più giovani è quale sarà la pensione che riceveremo. Questa domanda rischia però di non centrare il punto caldo della questione, vediamo perché: la riforma Monti-Fornero (2011) ha introdotto una modifica strutturale al sistema previdenziale nazionale basata su tre pilastri fondamentali:

  1. Estensione del metodo contributivo per il conteggio dell’ammontare dell’assegno pensionistico per (quasi) tutti.
  2. Allungamento dell’età pensionabile
  3. Adeguamento della prestazione previdenziale alla durata media della vita

 
In sintesi l’introduzione di queste modifiche rende molto difficile una stima esatta per l’ammontare della propria pensione fino al momento in cui si sarà raggiunto il diritto a riceverla. Prima di allora si possono tentare simulazioni (vedi busta arancione dell’ INPS), per cercare di intuire il gap previdenziale (differenza tra il reddito da lavoro percepito e quello da pensione che si percepirà), ma nulla si può dire in ordine all’ammontare dell’assegno previdenziale di anzianità poiché il valore dello stesso dipende dall’applicazione di un parametro variabile biennale (a partire dal 2019) che tende a diminuire con l’allungarsi della vita media ( la logica è la seguente: poiché vivi di più, l’Ente di previdenza deve spalmare il tuo assegno per un numero crescente di anni).
Nessuna certezza in merito al “quanto” quindi, se non la sicurezza che l’Ente corrisponderà il più basso degli assegni possibili. Se a ciò aggiungiamo l’impatto degli ultimi anni di stagnazione economica, tassi di rendimento dei titoli pubblici sotto il 3% e considerato come questi siano la principale asset class delle pance delle Casse previdenziali, comprendiamo bene che le pensioni future stiano già oggi perdendo importanti margini di rivalutazione.
Dunque integrare la pensione futura è una scelta necessaria.
Necessaria ma insufficiente, anche a causa della crisi economica che stiamo attraversando ormai da molti anni infatti, la questione previdenza ha molto più a che fare con la garanzia e protezione del reddito in età lavorativa che non con la semplice integrazione della pensione una volta usciti dal mercato del lavoro. Previdenza significa anche protezione del reddito, la vera domanda da porsi è, come faccio ad arrivare alla pensione? Già perché, se come abbiamo visto nessuna certezza c’è intorno al valore della propria pensione, una certezza esiste in merito all’età: tra i 65 e i 67 anni, con l’obiettivo di portarla in tutta Europa fino a 70. In concreto vuol dire lavorare di più. Che cosa accade però, se si è costretti ad uscire dal mercato del lavoro prima dell’età pensionabile? Fino a che si è relativamente giovani, è possibile riqualificarsi sul mercato, ma quando si è raggiunta la soglia dei 55-58 anni e ci si trova in mezzo ad una pesante ristrutturazione aziendale o ancora ad una decisione di delocalizzazione geografica, non sarà l’appartenenza al management di livello medio alto o un solido contratto indeterminato a salvarci; la vicenda degli “esodati” e le inchieste sull’impatto sociale delle ristrutturazioni lo dimostrano: in questi casi l’alternativa alla disoccupazione è accettare mansioni dequalificate con un impatto reddituale a volte superiore al 30% del reddito che si percepiva nella vita precedente.
Per i professionisti e gli autonomi, i più penalizzati dall’adozione del metodo contributivo, soprattutto se giovani, la vicenda ha tinte ancor più fosche. Inoltre come può un lavoratore mantenere lo stesso ritmo produttivo fino all’agognata età di 65-67 anni?
Non ci sono soluzioni miracolose, tuttavia sarebbe molto importante riuscire a crearsi uno zoccolo duro di valore mentre si è lavoratori attivi che permetta di garantirsi una protezione reddituale a fronte della necessità di dover integrare il proprio reddito oppure al fine di riconquistare, pianificandola, la libertà di rallentare la propria attività lavorativa in sicurezza e serenità.
Ecco allora che il concetto di “pianificazione” significa ridare alle persone la libertà e la responsabilità di gestire finanziariamente la propria vita; produrre reddito diventa non solo un’attività necessaria per affrontare il presente bensì un investimento di risorse che accompagna l’intera vita delle persone fino alla pensione. Il ruolo del consulente in questo caso diventa quello di lavorare con il cliente sull’obiettivo di protezione della capacità di reddito in un’ottica di “ciclo vitale”, portando il risparmiatore a riflettere su questi aspetti.
24 ottobre 2015
 

Negli investimenti nulla si inventa, tutto si pianifica

“Nulla si distrugge, tutto si trasforma” – recita l’assioma originale
Carissimi,   I problemi di Volkswagen auto di questi giorni, la Cina ad agosto, le difficoltà per gli azionisti di Banca Popolare di Vicenza e, andando ancora più indietro, il fallimento della Banca americana Lehman Brother o il default di Parmalat o dell’Argentina, passando per lo scoppio della bolla sui titoli internet del 2000…sono solo alcune delle storie che hanno punteggiato i mercati finanziari nei quasi venti anni di attività che svolgo per conto dei miei clienti.
Se vuoi approfondire leggi l’allegato: Negli investimenti nulla si inventa, tutto si pianifica
25 settembre 2015
 

Diversifica et Impera – La forza tranquilla del Fondo Comune

C’è uno strumento finanziario che dà, in termini di sicurezza, una serie indubbia di vantaggi e punti di forza rispetto ad altri strumenti. Si tratta di uno strumento, lo ammetto, tra i miei preferiti, permette una gestione “attiva”, per cui riesco anche a mettere a frutto il mio valore aggiunto.
Di seguito i 5 motivi per cui, a mio modesto parere, è uno tra gli strumenti di investimento più sicuri che un risparmiatore possa sottoscrivere:
1) Diversificazione & Decorrelazione;
2) Gestione Professionale;
3) Capacità di Acquisto;
4) La sicurezza della Separazione Patrimoniale;
5) Non può esserci speculazione.
Se vuoi approfondire leggi l’articolo apparso su Citywire.it il 28 luglio 2015: Diversifica et Impera – La forza tranquilla del Fondo Comune
30 luglio 2015

L'investimento più redditizio: la cultura dei nostri figli.

Oggi voglio porvi una riflessione che non rientra, secondo me, nel pensiero comune degli italiani: “regalare (l’opportunità di ottenere) una laurea rende molto di più che acquistare loro un immobile”.
Se vuoi approfondire leggi l’articolo apparso su Financial Advisor giugno 2015 Il family planning della generazione digitale
16 luglio 2015

Quali rischi corrono gli investitori obbligazionari oggi?

Reddito fisso è spesso sinonimo di sicurezza e stabilità. Ma queste convinzioni devono essere limitate alle cedole. Altra cosa è il prezzo del titolo e le sue oscillazioni…
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30 giugno 2015

Vi siete mai chiesti se le obbligazioni bancarie siano davvero sicure?

Se i lettori leggessero con attenzione il prospetto delle emissioni bancarie, probabilmente si troverebbero con i capelli grigi per le preoccupazioni…. Quindi per un investitore “tutti i rischi eliminabili vanno eliminati”, le cattive abitudini, bisogna cambiarle!
Fondi obbligazionari diversificati, al limite ETF obbligazionari diversificati… mai, obbligazioni singole per il proprio portafoglio “core” di riserva e sicurezza.
Il rischio specifico è stupido. Ci si imbatte in Argentina, Cirio, Lehman, Grecia, persino in Banca Marche… e si perde tutto.
Se vuoi approfondire leggi l’articolo apparso su Citywire.it il 09 giugno 2015 che allego: Sono così sicure le obbligazioni bancarie Il caso Banca Marche
11 giugno 2015

Mal di budget, sportelli in trincea

Sempre più di attualità il legame tra campagne commerciali delle banche e collocamento di prodotti di casa e servizi finanziari e di investimento gli istituti finanziari riconoscono premi e altri benefit ai dipendenti…
Se vuoi approfondire leggi l’articolo apparso su Il Sole 24 Ore del 09 maggio 2015 che allego: Mal di budget, sportellisti in trincea- Il sole 24 ore 09 maggio 2015
15 maggio 2015

L'Austria abolisce la garanzia dei depositi bancari. Inizia una nuova era.

Pensare che non cambi mai niente è l’errore più grande che possiamo commettere; e quanto deciso il 27 giugno 2013 dall’Unione Europea fa proprio pensare che i clienti delle banche devono prendere atto di alcuni cambiamenti importanti.
Ma c’è chi è andato oltre…..
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28 aprile 2015